Il super raccomandato Ferzan Ozpetek, che in Italia ha trovato l'America, un sacco di soldi e di sponsors, ha fatto un altro film decisamente brutto, ma furbetto.
Provate a mettere assieme un tema alla moda (l'omosessualità, l'omofobia), un cast di attori molto fighi (Scamarcio, Fantastichini...), personaggi copiati di peso da altri film (la vecchia saggia, interpretata da una Ilaria Occhini tanto immobile da sembrare una statua di sale), delle trovate narrative anche quelle scopiazzate (la vecchia che si rimpinza di dolci...). Mescolate bene il tutto in una storia mielosa; ambientatela in un'Italia meridionale da cartolina, e avrete "Mine Vaganti". Certo, le immagini sono belle, ci mancherebbe; la scenografia è elegante, ma non basta. Il film naviga stancamente fino all'ultima scena come uno spot d'autore ma troppo lungo.
E poi, se fossi un gay, mi stupirei molto di trovare, in un film che intende promuovere la categoria, scenette di genere in cui gli omo sculettano come cocottes di avanspettacolo. E questo per assicurarsi la risata greve di un pubblico rozzo e, appunto, omofobo.
Non ci siamo, caro Ferzan. Tanti soldi girano, tanta gente accorrere al richiamo di un mito della filmografia; ma è un mito di cartone, destinato a rapido oblio non appena sponsors, finanziatori, comunità europea eccetera avranno virato su un altro. Non è una minaccia, è una constatazione.
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Caro Stroncatore, grande inizio! Anche su Mine vaganti ho qualche riserva.
RispondiEliminaSpero che il blog possa crescere e prosperare, soprattutto sulla pelle degli scrittori "organici" che mi stanno sugli organi riptoduttivi assai pià dei regissti egualmente oeganici, causa livello di spocchia di un ordine di grandezza superiore.
Mbartel