venerdì 10 novembre 2017

VITTORIA E ABDUL (film) di Stephen Frears, USA/GB 2017

Povera Queen Victoria, assediata da un cerimoniale soffocante! Attorno a lei i cortigiani frullano, strepitano, e con un battito di mani introducono maggiordomi, che a loro volta richiamano felpati camerieri, e via via sottoposti. Vassoi d'argento, sottovesti di trine immacolate quanto ingombranti, ma anche invitati e consiglieri ruotano, entrano, escono, si affollano attorno a una donna sola. Sola perché una, ma sola anche perché nessuno la conforta davvero. Più di maniera il quadretto non potrebbe essere: i personaggi sono misirizzi sempre sulle molle, a dir poco fastidiosi. Ed ecco arrivare Lui. Sì Lui con la maiuscola. Alto, bello, giovane, abbronzato quanto naturalmente è un indiano. Mica che la vecchia regina lo prenda come toy boy... no, questo il film non arriva a dirlo; però quasi. Romantico custode di una cultura diversa e intrigante, discreto ma senza farsi per nulla da parte, ha tutte le caratteristiche per ritagliarsi un posto imprevedibile e altissimo nel vecchiume insopportabile della corte. E i cortigiani reagiscono come farebbero in un cartone animato: gridolini di scandalo, pettegolezzi, occhi sbarrati al cielo, mani giunte dalla disperazione. C'è anche un figlio erede al trono, grasso e antiquato più della vecchia madre, che quel boccone non riesce proprio a mandarlo giù, e si accanisce, poveretto, complotta, digrigna i denti... salvo farci sempre la figura del pollo, con tutti gli altri, di fronte alla serena determinazione della grande imperatrice. Un filotto di luoghi comuni, di relazioni interpersonali da commediola, di sentimenti da sceneggiata, ma neppure napoletana. Una farsa che troppi hanno salutato come bel film, anzi in qualche caso come un capolavoro...