domenica 18 aprile 2010

E' COMPLICATO, di Nancy Meyers (2010)

Che cosa c'è di nuovo in "E' complicato", con Maryl Streep e Alec Baldwin?
La storia di un innamoramento fra anziani? No, il grande Jack Nicholson era assai più credibile di Alec Baldwin in un film, tra l'altro, della stessa regista.
Allora la bravura di Maryl Streep? Beh, la conoscevamo già, e per la verità comincia ad essere un po' sempre uguale...
L'ambientazione? Per carità, le case con parco della Upper Class americana sono come le ville in Maremma di certi nostri film: non se ne può più!
Allora le trovate narrative? Vediamo. Com'è che i due ex coniugi si ritrovano da soli all'hotel, e la seconda e giovane moglie di lui non c'è? Semplice, le è capitato "un attacco di influenza intestinale". Sarà, ma non mi pare una gran trovata.
La caratterizzazione dei personaggi? Insomma... Lei nella parte della donna desiderata da tutti è quel che è, ma lui, sempre sovreccitato di fronte alle grazie di Meryl, davvero sconfina nel ridicolo: mitico quando rischia l'osso del collo per sbirciare dalla finestra con occhio arrapato il culo più che sessantenne di lei...
La musica? Lasciamo perdere. Le solite sdolcinature a mascherare le pecche della sceneggiatura. Ma il colmo è alla festa di laurea di uno dei giovanotti. Musica così, per ballare, i ragazzi di quell'età non la metterebbero neppure sotto minaccia di morte, e invece nel film tutti scodinzolano felici e contenti: genitori, figli e figliastri.
Forse i dialoghi? Chissà, proviamo a ricordarci qualcosa. Ma sì, le quattro amiche che a intervalli regolari si ritrovano a parlare di sesso e gossip. Oddio, ma non mi confonderò per caso con "Sex & the city"? Lì però i dialoghi erano brillanti, qui invece le quattro mature signore il massimo che riescono a ricavare dal loro limitato archivio mentale è la storiella della donna che a forza di astinenza le si è richiusa la vagina, e l'hanno dovuta operare. Sai che ridere.
Ma loro ridono e ridono, si sganasciano per tutto il film, poveri attori. Chissà se gli hanno pagato un'indennità mascellare. E se proprio non viene neppure un sorriso, ecco l'aiutino dello spinello, in omaggio ai vecchi tempi. Allora sì, le risate! Si ride anche alle battute più sgangherate, e che importa sforzarsi a inventarne di intelligenti, tanto c'è l'effetto cannabis. E più loro, gli attori, si sforzano di ridere, più a noi spettatori monta la tristezza: noi lo spinello non l'abbiamo fumato, nel cinema, e la stupidità delle battute ci prende alla gola.
Tristezza, sì: per questo scimmiottamento dell'adolescenza da parte di anziani con pancetta, per questo insistere di una brava attrice in parti da femme fatale, per la modestia intellettuale degli autori dei dialoghi e di una regista che no, non mi rassegno: non rappresenta l'America, che è pur sempre un grande Paese. Andate a vedere "Tra le nuvole", tanto per citare solo una commedia, e poi mi dite.

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