lunedì 9 maggio 2022

CINDERELLA / CENERENTOLA (film-musical) di Kay Cannon , USA 2021

La musica, per un film musicale, è come lo zucchero per una torta: indispensabile e capace di rendere gradevole un pastone qualsiasi.  Ma rendere anche solo commestibile una sceneggiatura come questa era impresa davvero disperata. 

La favola la conosciamo tutti, e già di per sé si attaglia alla vulgata americana del "basta volerlo forte, e puoi farcela": da una situazione difficile al lieto fine, grazie all'intraprendenza dell'eroe o eroina di turno. 

Ma agli sceneggiatori non bastava: sentivano l'urgenza di spingere ancora di più sul pedale della retorica, di ammantare la favoletta di un nuovo alone buonista, inclusivo, politically correct. Il sorpassato lieto fine della favola andava aggiornato; e così il matrimonio è sostituito da una più moderna convivenza, ben dichiarata come tale nel dialogo, non si avesse a dubitarne; l'eroina non diventa più principessa (robaccia classista), ma convince il principe a rinunciare al regno per avere lei; e poi sarà lei a mantenere la coppia con i proventi dell'attività di stilista... il che dà il destro agli sceneggiatori per rifilarci una conversione del vecchio re padre (un Pierce Brosnan alquanto rimbecillito) alle pari opportunità: una volta che il principe ha rinunciato alla successione, infatti, il regno viene affidato alla sorella, e buonanotte anche al maggiorascato, ovviamente. Il tutto con condimento di ingredienti che danno il segno di che cosa intendano gli autori per modernità. Ne cito uno solo: la fatina, nel film,  diventa un'improbabile checca, e per di più nera, non sia mai che qualcuno abbia da ridire sul fatto che i protagonisti sono troppo bianchi o troppo etero.

Ma la chicca finale è la conversione della matrigna. Anche lei ha un cuore. Spronata dalla figliastra ormai felice "mancata-principessa", la cattivona decide di tornare all'antico amore per il pianoforte, strumento di emersione da un'inutile crudeltà. 

E così matrigna e figliastra possono accedere a una riconciliazione finale che sparge melassa a palate. Solo le sorellastre non ottengono dagli autori una esplicita redenzione; però si intravedono dimenarsi nel corpo di ballo del gran finale, e si intuisce che anche loro partecipano al generico riscatto dell'umanità.

La cosa rimasta più fuori moda di tutte, in questa gara di presunte innovazioni, è proprio il look degli abiti disegnati da Cenerentola. Non troverebbero spazio neppure nel negozio per spose di una remota provincia, per cui sulla futura stabilità economica della coppia devono sorgere seri dubbi...

Ma no, no, mi sbaglio! La cosa più out-of-date non è questa, è l'insopportabile neo-moralismo che si erge a garante del (nuovo) buono, del (nuovo) bello, del (nuovo) correct, depennando ogni ipotesi di vera deviazione da un main-stream che è tutto ormai una deviazione normalizzata. Un reduce dai gloriosi anni Settanta, ahimè, questo non lo può proprio digerire.