(film passato su RAI Movie il 13 gennaio 2024)
Frances, una bella newyorkese (Diane Lane) è assediata dall'ex marito che, lavorando in nero, figura nullatenente e dunque in diritto di chiederle gli alimenti e strapparle tutto, perfino la casa di Manhattan dove lei vive. E allora lei si adatta a trasferirsi in un immobile dove sono tutti separati o comunque disperati. La depressione incombe e nemmeno un'amica storica riesce a combatterla.
Fortuna cinematografica vuole che l'amica storica rimanga incinta. Lei veramente è lesbica e fa coppia con una donna, ma siamo a New York, tesori miei, mica a Frosinone. Le modalità di questa gravidanza rimangono nell'ombra ma si devono immaginare. Cosi la coppia trasforma due biglietti di aereo, da poco acquistati ma non più utilizzabili, in un singolo di prima classe, destinazione Toscana, e ne fanno dono alla bella Frances. Che dapprima esita, non se la sente: per lei sembra decidere la depressione, anziché la curiosità. Ma poi il bisogno di evadere prevale (già si sapeva, altrimenti il titolo?), e lei parte. Salvo scoprire che, ovviamente, si trattava di un viaggio per gay, il che dà luogo alle solite gags sui finocchi, che contraddicono spudoratamente le presunte buone intenzioni degli autori sul tema.
Giunta che è nella solita Toscana da cartolina, la Nostra intravede una strana
signora un po' agée ma ancora piacente, o comunque non doma, che ostenta
cappelloni da Royal Ascot e accenna appena a una casa in vendita alle porte di
Cortona. Poco dopo, il caso porta Frances a sbatterci contro e a entrarvi
inattesa ospite.
È in corso una surreale trattativa fra la nobile vecchietta proprietaria e una
coppia di insensibili aspiranti compratori, ma la Frances li sbaraglia con un
misto di battute scombinate e affinità elettive con la vecchia. Per cui, in men
che non si dica e senza nemmeno averla visitata, la casa, se ne trova
proprietaria.
La casa ha bisogno di costosi restauri. Improbabili archistar corteggiano la
Nostra; ad impensierirla c'è perfino un misterioso antico rubinetto da cui non
esce acqua. Ma lei alla fine fa una scelta inclusiva, e si affida a una
scombicchierata impresa di polacchi che per prima cosa, inesperti come sono,
fanno crollare mezzo pianterreno; ma che importa, se le intenzioni sono buone e
il volemosebene è protagonista?
I lavori vanno avanti lentamente e danno il tempo allo spettatore di assistere
a storie e storielle d'amore, siparietti e commediole. Lei si innamora di un
Raoul Bova che praticamente recita se stesso e null'altro. E come se nulla
fosse, la scena da Cortona si trasferisce prima a Roma e poi sulla costiera
amalfitana, tanto per strizzare un altro occhio all'ente turismo.
Ma lei deve rientrare a Cortona, dove intanto è giunta l'amica newyorkese con
tanto di pupo appena nato, ma senza la compagna (a New York evidentemente durano
poco anche le coppie omo!). Quando Francis tornerà ad Amalfi, o giù di lì, lui
ha un'altra, e buonanotte suonatori.
Il resto è un inno alla Toscana dei bicchieroni di generoso vino rosso, delle
travi a vista, dei camini accesi, delle cofane di spaghetti; e la nostra Frances, sempre più toscana, pian piano dimentica anche la depressione.
Alla fine, infatti, ecco la luminosa morale: morto un papa se ne fa un altro! Sempre guardarsi attorno tra la folla, e un altro ganzo prima o poi
comparirà, come in effetti anche alla Frances compare!
Che ci faccia nel cast Mario Monicelli, che ogni tanto porta fiori a un
tabernacolo, rimane da scoprire.
P.S.: Udite udite: alla fine del film il rubinetto secco ricomincia
misteriosamente a versare, simbologia davvero originale e imprevedibile, che ben suggella una
pièce tanto colta e sofisticata!