domenica 10 gennaio 2016

Irrational man (film), di Woody Allen, con Emma Stone, Joaquin Phoenix, Parker Posey, Jamie Blackley, USA 2015

Adesso so che cos'è un viale del tramonto. Quando non ha quel fondo tragico alla Gloria Swanson e Billy Wilder, è il patetico insistere di un regista ottantenne sui temi già usati, sui soliti vizi non più trasfigurati dall'ispirazione. E' il fare film di routine, tanto per farli, senza più voglia alcuna: neppure per i soldi, direi, visto che deve averne ancora parecchi nonostante i divorzi; ma piuttosto per esserci, per non mollare. Fa tanta tristezza constatare che il fine umorista Woody Allen non ha neppure più voglia di ridere, che del suo umorismo nero, molto autenticamente ebraico, non è rimasto che il nero, senza umorismo. Anche in questo Irrational Man le allusioni colte non mancano, ma sono a casaccio, e a sproposito. Prima di tutto quella a Delitto e castigo, del tutto inconsistente. Ma altre cose non tornano, e soprattutto non torna la filosofia del professore di filosofia: la sua pretesa eccezionalità di insegnante consisterebbe in quattro o cinque frasi fatte, da cui una materia altrimenti arida risulterebbe arricchita di sentimenti e passioni. Peccato che si tratti solo di dimostrazioni di ignoranza. E si badi: di ignoranza, non di crudeltà o di lucida follia, che è quanto il film intende invece attribuire al professore. E così, fra una citazione pseudo-colta e un'altra, si giunge all'epilogo, che a me ha tanto ricordato quello de Il vedovo, capolavoro, questo davvero sì, di Dino Risi con Alberto Sordi e Franca Valeri. Ma quelle erano sceneggiature vere, mica appunti frettolosi come questo.

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