sabato 2 marzo 2013

LA PRIMA "ANTI-STRONCATURA": Viandanti, mostra d'arte di Alessandra Ragionieri, Firenze Galleria C2, 1-28 marzo 2013

Elogiare è più difficile che stroncare, questo è sicuro; ma va pur fatto, a volte. Ed eccoci a scrivere di un'artista come Alessandra Ragionieri e della sua ultima mostra personale (anzi, progetto, giacché il gallerista non vuol sentir parlare di mostre). Mentre scriviamo, la mostra è in corso da C2, uno spazio espositivo molto trendy sopra Porta Romana, a Firenze, all'interno di una sorta di hortus conclusus che ai tempi ospitava anche una lavanderia industriale.
Nelle ultime apparizioni, Ragionieri ha mostrato di aver raggiunto una sua convincente maturità espressiva, qui maggiormente posta in evidenza dallo stimolo di un tema assegnato.
E in effetti, di progetto si tratta: il fil rouge non si cela dietro complesse metafore ma si dichiara da subito, per poi svolgersi nella sua linearità dall'inizio al termine del percorso. Percorso scandito da una sequenza di lavori su carta, uno accanto all'altro a comporre, appunto, un ideale cammino.
Così seguiamo docilmente la traccia, e nel farlo ci troviamo attorniati da tanti piccoli personaggi che, dall'interno delle opere, a loro volta camminano. Tutti si spostano, apparentemente tutti hanno qualcosa da fare, una meta da raggiungere. Ma senza correre; anzi, forse la meta non c'è neppure e il trovarsi per via costituisce esso stesso un destino, anzi una condanna. Alcuni portano valigie o sacche; altri sono incappucciati o intabarrati; tutti si muovono lungo una striscia lunga quanto tutta la parete, fra un suolo bianco e un fondo scuro, dove l'inesistenza di riferimenti e perfino di oggetti suggerisce appunto la mancanza di uno scopo, di un traguardo assegnato, di una stazione di arrivo. Camminare, spostarsi nel vuoto: da questo sono accomunate tutte le figure; ma anche dalla fatica di arti fattisi pesanti, capaci soltanto di passi corti e sofferti. Figure umane, certo, ma anche ectoplasmi la cui massa semi-trasparente non basta a celare lo sfondo. Figure, dunque, la cui essenza è precaria, incerta come il loro futuro.
Ragionieri accenna di essersi ispirata alle dolorose migrazioni di tanta gente dai continenti meno fortunati alle nostre città. Gente, in effetti, semi-trasparente, la cui esistenza si avverte solo di sfuggita, senza che alcun contatto sia mai stabilito; gente che ha magari alle spalle storie degne di un romanzo, ma che ci sfila accanto senza una parola.
Ed infatti, nella saletta al fondo della galleria, i viandanti sono esposti all'interno di pannelli che compongono una grande cartografia del globo. Anche qui essi camminano con passo pesante. L'emisfero australe e l'emisfero boreale sono specularmente opposti lungo la linea dell'Equatore, creando un effetto straniante che sottrae realismo e ammanta la scena di un valore atemporale. E dalla atemporalità si sprigiona l'altro messaggio, quello più profondo e universale: quello appunto che vuole tutti, anche noi, viandanti del nostro mondo, pellegrini senza tempo e senza idee sul futuro, lo sguardo chino sul suolo vuoto immediatamente davanti a noi.

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